La prevenzione del Rischio Stradale

In Italia oltre il 50% degli infortuni mortali avviene su strada e un infortunio mortale su quattro avviene in itinere, ovvero: l’infortunio/incidente che accade ai lavoratori durante il tragitto verso il luogo di lavoro e nel percorso dopo aver lasciato il luogo di lavoro stesso.

Sono dati che mostrano non solo la problematicità del rischio stradale, ma anche l’inefficacia di molte politiche di prevenzione adottate. L’aumento degli incidenti stradali, e dei conseguenti infortuni da incidente, si tramuta in un elevato costo sociale dovuto ai rimborsi assicurativi, alle cure e alle degenze ospedaliere delle vittime degli incidenti vanno considerate anche l’elevato numero di ore perse dai luoghi di lavoro e di studio, nonché i traumi fisici e psichici che un infortunato subisce a seguito di un incidente.

E’ fondamentale in questo contesto l’azione di controllo degli organi e delle istituzioni preposti, ma altrettanto importante è aumentare la cultura e la consapevolezza della situazione di rischio sia tra le imprese, sia tra i lavoratori.

All’interno del D.Lgs. 81/08 non è presente alcun riferimento esplicito al “rischio stradale”. Tuttavia, poiché una causa rilevante di morte, o di infortunio sul lavoro, è data proprio dagli incidenti stradali, le imprese, piccole o grandi, pubbliche o private, dovrebbero agire in tale ambito come per tutti gli altri rischi occupazionali per la sicurezza e la salute. Sono in gioco, infatti, sia responsabilità organizzative a carico delle aziende, sia responsabilità individuali dei lavoratori: il fattore umano svolge un ruolo preponderante. Gli atteggiamenti ed i comportamenti, la buona pratica alla guida costituiscono un fattore significativo per la prevenzione.

La sicurezza stradale sul lavoro nell’UE:

  •  6 infortuni mortali in ambito lavorativo su 10 avvengono sulla strada
  • 40% di tutti gli incidenti stradali coinvolgono persone che si spostano per lavoro e nel tragitto casa lavoro

I tre “killer” sulle strade rimangono:

  • Eccesso di velocità – Più di 2.200 morti potrebbero essere evitate ogni anno se la velocità media fosse ridotta di “solo” 1 km/h su tutte le strade europee.
  • Guida in stato di ebbrezza – Almeno 7.500 morti potrebbero essere evitate se tutti i conducenti fossero sobri.
  • Non utilizzo delle cinture di sicurezza – Circa 12.400 automobilisti sono sopravvissuti ad incidenti gravi nel 2009 grazie all’utilizzo della cintura di sicurezza.

 

Incidenti in Italia dal 2010 al 2014:Immagine

Si è fatto tanto in azienda per ridurre i rischi sul posto di lavoro, basta guardare all’evoluzione che hanno avuto i macchinari ecc., ma ci si è preoccupati poco del lavoratore che esce dai cancelli dell’impresa o dalla porta dell’ufficio e si mette alla guida di un veicolo (moto, auto, furgone, camion).

La sola patente di guida di cui è dotato il lavoratore non è sufficiente per evitare il pericolo.

Servono interventi di “loss prevention”(strumento/i per analisi di dati al fine di rilevare le criticità) e “risk management” (processo/i per cui si misura e si stima il rischio e successivamente sviluppare strategie per governarlo) che ogni azienda può mettere in campo nell’ambito dell’organizzazione del lavoro. Serve soprattutto la stesura di un documento di valutazione dei rischi dove il fattore strada venga preso in considerazione per capire dove si trovino i problemi e all’interno del quale vengano individuate le possibili azioni d’intervento.

Come nella stragrande maggioranza dei casi il comportamento dell’uomo rappresenta la principale causa d’incidente stradale, per questo è necessario incidere sui comportamenti e per ottenere ciò dobbiamo motivare il guidatore a nuove scelte, a nuove convinzioni per far crescere in lui gli atteggiamenti che sono alla base di una reale sicurezza.